29.3.07

Una partita al PC? Te la paga Coca Cola!

Si chiamano casual games e attraggono ogni anno diverse centinaia di milioni di online player (oltre 100 milioni solo negli States).
Inizialmente sono offerti agli utenti con versioni free trial (prova gratuita), per poi richiedere il pagamento di una discreta somma di denaro (solitamente tra i 15 e i 25€) per accedere alla versione completa (Premium o Full Game).
Un giro d'affari abbastanza grosso, ma che potrebbe subire, nei prossimi tempi, un incremento vertiginoso. Il limite, sino a ieri, stava nel fatto che solo una piccola percentuale di players accetta di pagare per continuare a giocare. E allora ecco venire incontro alle esigenze di tutti Signora Pubblicità.

Riporto un virgolettato di Michael Cai, analista della Parks Associates:
"Il modello "prima provi poi compri" non funziona benissimo. Il tasso di conversione si attesta solamente tra l'1 e il 2%, cosicchè, per 100 giochi, puoi ottenere due acquisti, che fanno appena 40 dollari. La speranza dell'industria dei software è di guadagnare anche grazie alle persone che giocano ma che non comprano mai un gioco. E' li che viene in aiuto la pubblicità".



WildTangent, uno dei publisher leader di questo mercato ha introdotto lo scorso anno un sistema di micropagamenti per accedere a diversi scenari dei giochi. L'utente dovrebbe pagare delle piccole somme (intorno ai 25 cents di dollaro) per arricchire la sua "esperienza di gioco", ma spesso gli vengono offerte da sponsor (quali Procter&Gamble, Coca Cola, Nike etc..)

Popcap e RealArcade (quest'ultimo di proprietà della RealNetworks) hanno invece sperimentato la via del video pubblicitario incluso nel gioco che lo sponsorizza e lo rende gratuito al consumatore. I risultati iniziali appaiono incoraggianti: CTR del 20% e video visti fino all'ultimo secondo da oltre la metà degli utenti.



E, fiutato l'affare, anche Microsoft si è immerso a capofitto nel mondo dei casual games sponsorizzati. Ecco la pagina in cui l'azienduccia di Bill Gates spiega il suo programma agli advertisers.

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